E.F.:
Qual è la fonte principale della tua ispirazione?
L.X:
Per me dipingere è un modo per superare la negatività,
un modo per rilassarmi. Quando mi sento triste comincio
a dipingere e dopo averlo fatto mi sento meglio. E’
una distrazione. Alcune volte mi capita di litigare con
le persone a me care o non riuscire ad ottenere ciò
che desidero, quindi cerco consolazione nella pittura
e il risultato è che i miei dipinti manifestano
il più delle volte sentimenti negativi.
E.F.:
Cosa ti spaventa di più?
L.X.:
La violenza all’interno dei sistemi sociali.
E.F.:
Spesso nei tuoi lavori raffiguri gente ferita, sanguinante,
che significato ha per te il colore rosso del sangue?
L.X.: La maggior
parte dei colori che uso sono cupi, non amo i colori brillanti,
quando uso il rosso lo mescolo al grigio per ottenere
un effetto smorzato. Le persone che dipingo sono ferite
fisicamente, ma soprattutto psicologicamente, sono spesso
tra la vita e la morte, dunque sanguinanti.
E.F.:
Perché in molte opere ti autoritrai?
L.X..:
Perché nei miei lavori parlo di me stessa, del
mio umore e delle cose negative che provo in determinati
momenti.
E.F.:
In “La ferita della luna” parli di te stessa?
L.X.:
Sì, ho dipinto questo lavoro per manifestare il
dolore che un giorno ho provato dopo una lite con il mio
ragazzo. Un sentimento così forte equiparabile
ad una ferita. La luna che ho dipinto sullo sfondo però
simboleggia un tipo di speranza, è come se un po’
alla volta la luna ricominciasse a splendere, come se
piano piano la ferita potesse guarire.
E.F.:
Che cosa significano nelle due opere omonime “Consolazione”
le due grandi mani che rappresenti dietro agli autoritratti?
L.X.:
La ricerca di protezione verso il mondo esterno. In queste
come in altre opere la protezione è anche dolore,
questo riflette la mia diffidenza verso il mondo esterno.
E’ facile trovare protezione, ma è difficile
trovare la sicurezza. In uno dei due dipinti “Consolazione”
le mani stanno per strangolare la mia stessa immagine,
il messaggio che voglio dare al mio pubblico è
proprio questo, l’ambivalenza. In “Foglia
appassita” dipingo me stessa alla ricerca di
protezione dalla solitudine, ma una foglia secca non è
certo un luogo sicuro in cui rifugiarsi, è piuttosto
un simbolo di fragilità dell’animo umano.
E.F.: Nell’opera
“Incubo” che cosa vuoi comunicare?
L.X.:
La fragilità delle persone di fronte al destino,
le persone sono controllate da forze superiori, è
difficile riuscire ad ottenere ciò che più
ci piace perché altre influenze vegliano su di
noi. In quest’opera il mio autoritratto si richiama
concettualmente ad un fantoccio, ad un oggetto senza vita.
E.F.: Che significato
hanno gli elementi inanimati come marionette e bambole
nei tuoi lavori?
L.X.:
Mi interessa molto la condizione degli oggetti senza vita
che possono venire usati dalla gente per gioco o per distrazione.
Penso che i giocattoli siano simili alle persone, anche
le persone possono essere manovrate a piacimento da altre
persone.
In “Marionetta” la testa di una bambola
è controllata da una marionetta che a sua volta
è controllata da altre forze, non c’è
libertà. In “Marionetta rotta”
ho voluto trasmettere il sentimento di vacuità
di
oggetti senza vita, lasciati al proprio destino dopo essere
stati utilizzati.
E.F.:
Qual è l’artista che pensi abbia influenzato
maggiormente le tue opere?
L.X.:
Frida Kahlo.
Intervista condotta
e tradotta da Erica Fusaro a Beijing
in data 6 Novembre.