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Un assaggio in attesa della rassegna autunnale
11 - 12 maggio 2005 a Padova
presso il Multisala Portoastra
via S.M. Assunta 20 (Bassanello)
in collaborazione con ASU - Associazione Studenti Universitari

CONCERTO- Ore 22:30 - Mono Temporary residence - Japan

la rassegna si chiude con il decimo appuntamento pulse[#10]: la performance musicale dei MONO, band di Tokyo in tour per l'Europa per presentare il loro 4° album: "Walking Cloud and Deep Red Sky, Flag Fluttered and the Sun Shined" (Rykodisk/Temporary Residence 2004 - registrato da Steve Albini) Nati nel 2000, i Mono sono: * Takaakira Goto (chitarra, piano elettrico), * Tamaki (basso), * Yasunori Takada (batteria) e * Yoda (chitarra). Il loro album di debutto "Under the Pipal Tree", pubblicato solo in Giappone, è stato prodotto nientemeno che da John Zorn, che lo ha subito voluto nel catalogo della Tzadik (l'etichetta di sua proprietà). Elencando disinvoltamente fra le proprie influenze Sonic Youth e Beethoven, I Mono hanno realizzato quella fusione fra rumore strumentale e suoni ambientali che avevano in mente, arrivando a realizzare (sotto l'accurata regia dell'onnipresente steve albini) con "Walking Cloud and Deep Red Sky, Flag Fluttered and the Sun Shined" un delicatissimo tessuto sonoro sospeso tra tappeti di archi e ampie distese di rumore fluttuante. Il paragone più vicino che si può fare è con i Mogwai di "Come On Die Young" o con i Godspeed You Black Emperor, citando i nomi più noti; oppure si può scavare (come sempre con ottimi risultati) nel vasto repertorio delle etichette Kranky, Constellation, nonchè la stessa Temporary Residence (in cui militano, non lontani dalle stesse sonorità dei giapponesi, anche Tarentel ed Explosions in the sky). Fra i ricordi a cui il chitarrista Goto è più legato c'è il primo ascolto dei My Bloody Valentine: -"rimasi sotto shock. Anche oggi non posso dimenticare quella sensazione." I Mono infatti rappresentano un singolare caso di contaminazione musicale, linguaggi tipicamente occidentali (la line up è quella tradizionale: chitarr, basso e batteria e piano elettrico) vengono utilizzati per trasmettere andamenti quieti ed introspettivi, malinconicamente soffusi d'oriente. L'obiettivo dichiarato in una delle prime interviste della band è riprodurre in musica quella sensazione di straniamento tipica dei film di Lars von Trier: una disperata e bellissima espressione di esistenze consumate da forze distruttive e oscure, a cui, con il passare del tempo, sempre più si oppone quella stessa delicata vitalità che è da sempre presente nel sound dei Mono. consigliamo di dare un'occhiata al (bel) sito della band http://www.age.vu/~sound/mono/e_index.html e chi volesse ascoltare un brano tratto dall'ultimo lavoro digiti: http://www.gilibo.net/wp-content/mono/01.16.12.mp3