BIGSCREENASIApills
Un assaggio in attesa della rassegna autunnale
11 - 12 maggio 2005 a Padova
presso il Multisala Portoastra
via S.M. Assunta 20 (Bassanello)
in collaborazione con ASU - Associazione Studenti Universitari

Globalizzazione e questioni di identità, arte
video da Taiwan e Cina

Tanto si parla ultimamente della globalizzazione e degli effetti negativi in Occidente, come la esportazione dei posti di lavoro in Cina, con conseguenti altissimi costi sociali nei luoghi abbandonati dal capitale dei global players. Poco si parla invece del fatto che gli stessi problemi
colpiscono anche i paesi del miracolo economico delle "quattro tigri" degli anni Ottanta e Novanta, come ad esempio Taiwan, ma anche la stessa Cina.
In una società che definisce la identità umana tramite il posto lavoro, la perdita di questo può portare a dei disturbi mentali più kafkaeski- e fine a portare le persone a inventarsi una identità virtuale, una storia virtuale con tanto di buon lavoro, moglie e figli, come succede nel film "bundled" di Singing Chen. Memorie propagandistiche "vere" di filmati d'epoca invece fanno da contrasto a un ritorno silenzioso di un gruppo di operaie nella loro fabbrica abbandonata da anni nel film "factory" di Chen Jieren.

La vexata quaestio della identità taiwanese si affronta con il video "shortcut to a systematic life" di Tsui Kuangyu, in cui l'artista propone un set di vestiti con un apertura unica sulla schiena, permettendo dei cambiamenti di abbigliamento in pochi secondi, una soluzione perfetta per chi debba adeguarsi continuamente a ambienti nuovi- volendo, una acida satira della identità di un popolo la cui identità nazionale oscilla tra R.O.C, la roccia dalla quale Chiang Kaishek volle montare la rimonta della Cina popolare, la unione doganale degli Pescadores, l'entità membro della WTO, e la Cina, Taipei che partecipa alle Olimpiadi¡K
Per chi vorrebbe che almeno "la Cina", ovvero quella parte che spesso si associa con la Cina popolare, disponga ancora di una identità culturale forte è invitato a vedere il "Nuovo Viaggio in Occidente" dell'artista Hu Jieming di Shanghai: grazie alla tv cinese, i personaggi del classico romanzo "Viaggio in Occidente" si sono trasformati in delle maschere kitsch, e la loro ricerca della illuminazione e verità nell'Occidente si consuma in una avventura kafkaeska di disavventure e fraintendimenti.

Con il ultimo filmato si torna dalla soap al cinema, con un secondo video dell'artista taiwanese Chen Jieren- e si osserva come il linguaggio Hollywoodiano nel suo ingrandimenti di singoli momenti riesce effettivamente a trasformare la percezione di eventi e momenti storici, e della nostra percezione del mondo - ma il vero soggetto del film non è il delinquente torturato, non è l violenza dell'avvenimento, ma la ottusità degli spettatori, che osservano da vicino la sofferenza di un essere umano senza rendersi conto del proprio ruolo.