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Pirateria, in Cina colpite le fabbriche

Le autorità della Repubblica Popolare chiudono 14 stabilimenti specializzati nella copia di CD e DVD contraffatti. USA compiaciuti: continuate così e aprite il mercato

28 marzo 2006 - Pechino - Le forze dell'ordine di 18 province della Repubblica Popolare hanno concluso con successo una grande operazione antipirateria. In un blitz su scala nazionale, la polizia cinese ha chiuso ben 14 fabbriche. Gli stabilimenti, secondo le dichiarazioni di Yan Xiaohong, direttore della neonata Amministrazione Nazionale per la Difesa del Copyright, erano capaci di produrre grandi quantità di prodotti digitali contraffatti.

Il giro di vite è solo il primo passo di una strategia del governo pensata a soddisfare le pressanti richieste degli Stati Uniti, che accusano la Cina di essere "l'epicentro mondiale della contraffazione industriale".

Il piano della Repubblica Popolare prevede un accordo speciale con Microsoft per l'installazione a prezzo agevolato di copie originali dei sistemi operativi Windows sui computer assemblati in Cina. "A partire dal prossimo anno tutti i computer prodotti sul territorio nazionale saranno obbligatoriamente equipaggiati di software in regola", sostengono i portavoce dell'agenzia antipirateria di Pechino.

L'altro provvedimento riguarda l'istituzione di una hot-line antipirateria per i cittadini che collaboreranno con le forze dell'ordine: i delatori che diffonderanno informazioni utili verranno ricompensati con un "premio" compreso tra i 150mila ed i 300mila yuan (15mila-30mila euro).

"Non nascondiamo di avere un drammatico problema legato alla diffusione della pirateria", ha detto Yan al segretario del dipartimento del commercio degli Stati Uniti, Carlos Gutierrez, attualmente in visita presso la grande metropoli di Chonqing, nella Cina centrale.

Il governo di Pechino ha rassicurato Gutierrez promettendo interventi ancora più decisivi e "tattiche mirate" per contenere la contraffazione di prodotti multimediali e software d'ogni tipo. "Naturalmente non possiamo pretendere di risolvere il problema da un giorno all'altro", ha ricordato Yan a Gutierrez.

Il rappresentante degli Stati Uniti, secondo cui ogni anno 2 miliardi e mezzo di dollari vengono "persi" a causa della rampante pirateria cinese, è entusiasta: "Ancora dobbiamo vedere i veri risultati", ha detto, "ma gli sforzi profusi dal governo cinese sono davvero notevolii e non possono che essere accolti con estremo ottimismo".

Tommaso Lombardi

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