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La questione taiwanese

Made in Taiwan

24 agosto 2006 - La situazione a Taiwan non e' delle piu' chiare e si direbbe che esista un gioco di accuse e controaccuse, di scandali dietro ad ogni angolo in cui in molti cercano di approfittare del malcontento della popolazione. Se la corruzione sembra sia dilagante all'interno della famiglia del presidente Chen Shui-bian, anche sugli accusatori di questo, o detrattori che siano, e' difficile mettere la mano sul fuoco. Dopo uno sforzo congiunto dei partiti dell'opposizione ( Guomindang e Primo Partito Popolare ) di arrivare a un atto legislativo che avrebbe chiamato nuovamente la popolazione a votare e che non ha avuto successo, la campagna per spodestare il presidente e' stata presa in mano da Shih Ming-teh, precedentemente presidente dello stesso partito di Chen, quello Democratico Progressista. Durante questa campagna, lanciata il 12 agosto, Shih ha chiesto ad ogni taiwanese una somma di 100 dollari taiwanesi ( 3US$ ). Raggiunta la quota di un milione di sostenitori Shih inizierebbe un sit-in per protestare vicino al palazzo dell'ufficio presidenziale ( Ketagalan Boulevard ). Shih Ming-teh ha annunciato ringraziando la popolazione che sono stati raccolti 103 milioni di dollari taiwananesi  ( 3.15 milioni di US$ ), fondi che alcuni legislatori del suo stesso partito chiedono vengano congelati. Infatti l'ammissione di Shih Ming-teh, di domenica scorsa, di avere legami nonché una profonda amicizia col magnate Chen You-hao, ex presidente del Tungtex Group, fuggitivo e pro-Guomindang ( che ha ora cittadinanza cinese ), sembra dare adito a chi lo accusa di aver ricevuto favori o regalie per lanciare la campagna per rimuovere dalla carica Chen Shui-bian. 

Ad alcuni preoccupa la retorica che si sta usando in questa campagna per infuocare gli animi dei taiwanesi; se Shih Ming-teh dice "Oggi nessuno puo' tollerare oltre il comportamento di Chao Chien-ming ( genero di Chen ) che rifiuta ancora di confessare il suo crimine", a lui stesso e' chiesta ora maggiore trasparenza. La legittimita' di questo movimento e' stata compromessa da questa sua recente ammissione ed ora ci si interroga su chi lo supporta, sulle sue motivazioni ed obiettivi. La paura e' che la tensione possa sfociare nel sangue e che la "lunga marcia attraverso le istituzioni", questo lento processo di democratizzazione di Taiwan ( che aveva portato alla fine della autocrazia del Guomindang ),  venga negato e azzerato da coloro che hanno preso al volo il treno di questo movimento viso a cacciare il presidente, nella forma rivoluzionario ma che puo' assomigliare a un golpe antidemocratico. Fortunatamente sembra che nessuno degli intellettuali di Taiwan, anche quelli che criticano aspramente Chen Shui-bian e il governo del Partito Democratico Progressista, abbia perso la testa e sia a urlare slogan a fianco di chi vede la risoluzione di tutti i problemi politici di Taiwan nella deposizione del presidente Chen.

Fonti:
www.taiwannews.com
Page 6 2006-08-23
Taiwan News, Staff Writer 2006-08-23
www.taipeitimes.com Wednesday, Aug 23, 2006, Page 1
China Daily August 23, 2006

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