Cina, forum ed SMS nel mirino delle autorità
12 aprile 2006 - Richiamo del governo di Pechino ai siti web frequentati dai giovani cinesi: stop ad oscenità, politica e scommesse. Presto nuove regole. Anche Yahoo! nel mirino. Cancellati 19mila abbonamenti di telefonia mobile
Pechino - Il governo centrale ha intimato di adottare un rigido codice d'autoregolamentazione a tutti i più importanti siti del web cinese, tra i quali spiccano Sina, Sohu e Yahoo!. In breve, Pechino non vuole assolutamente che i giovani possano "accedere a contenuti poco sani, contrari alle tradizioni culturali della Cina", come si legge in un comunicato pubblicato dall'agenzia stampa di stato Xinhua.
Il diktat delle autorità è chiaro e somiglia più ad un ordine che ad un'esortazione, vista l'asprezza della repressione cinese nei confronti dei cittadini non-allineati, degli scrittori scomodi e degli avversari politici: "Dovete autocensurarvi ed eliminare testi scomodi, foto e musica sconvenienti, contenuti illegittimi da blog, chat e videogiochi online".
Una vera e propria chiamata alle armi che mira al coinvolgimento di tutta l'editoria online e dell'industria delle telecomunicazioni, con un occhio di riguardo per tutti i siti che offrono servizi di messaggistica o forum interattivi, tenuti sotto controllo da un'impressionante quantità di forze dell'ordine.
Un ordine preciso che ha immediatamente portato il primo operatore di telefonia cellulare, China Mobile, alla cancellazione immediata di oltre 19mila utenze invischiate in un giro di spam via SMS. Il fenomeno è relativamente nuovo ed ha portato alla nascita di un sistema nazionale per il filtraggio degli SMS, doppiamente utile: se da una parte tutela i consumatori dalle truffe telefoniche, dall'altra serve al governo per tenere sotto controllo la popolazione ed evitare "passaparola" politici tra le masse.
Il premier Wen Jiabao, d'altro canto, l'aveva detto: "In Cina non esiste alcuna censura".
Impossibilitate ad oscurare una miniera di denaro come Baidu, il primo motore di ricerca sul mercato cinese, in questo caso le forze dell'ordine si "limitano" a sorvegliare con estrema cautela la miriade di siti del web cinese e specialmente i numerosi portali interamente dedicati ai giovani, troppo proficui per essere eliminati. Laddove i sistemi di filtraggio non possono arrivare, la polizia telematica cinese ha addirittura inventato una sorta di certificazione per far sentire la propria presenza agli utenti.
Tommaso Lombardi
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