Russia e Cina bloccano nuova risoluzione Aiea contro l'Iran
5 Marzo 2008 – L'Agenzia internazionale dell'energia atomica non adotterà nessuna nuova risoluzione contro l'Iran ... continua |
Accordo Cina-Usa su linea telefonica diretta per emergenze
29 febbraio 2008 - Secondo quanto riporta l'agenzia di stampa Nuova Cina, tra Cina e Usa è stato siglato un accordo che prevede l'istituzione di una "linea rossa" per comunicazioni tempestive tra i due Paesi ... continua |
Dossier nucleare iraniano: la Cina vuole una soluzione pacifica
15 novembre 2007 - Il ministro cinese degli Affari Esteri Yang Jiechi, attualmente in visita in Iran, ha dichiarato martedi' mattina che la Cina vuole una soluzione pacifica del dossier nucleare iraniano attraverso negoziati diplomatici ... continua |
La Cina richiede agli Stati Uniti di cessare la vendita di armi a Taiwan
14 novembre 2007 - La Cina martedi' ha richiesto agli Stati Uniti di annullare immediatamente
ogni vendita o progetto di vendita di armi a Taiwan e ogni legame militare con l'isola ... continua |
La Cina alla conferenza internazionale sulla pace nel Medio Oriente
8 novembre 2007 - La Cina partecipera' alla conferenza internazionale proposta dagli Stati Uniti per discutere del processo di pace in Medio Oriente ... continua |
Linea telefonica diretta tra le armate di Cina e Stati Uniti
6 novembre 2007 - La Cina e gli Stati Uniti sono convenuti sul progetto di una linea telefonica diretta tra i ministeri della Difesa dei due paesi ... continua |
Clinton: ne' averne paura ne' ignorare una Cina piu' forte
6 luglio 2007 - 6 luglio 2007 - Hillary Clinton ha chiamato a un dialogo sincero con la Cina circa il commercio, la valuta, i diritti umani e l'ambiente ... continua |
Questione nucleare nella Corea del Nord: "L'UNICA SCELTA E' LA DIPLOMAZIA”
25 ottobre 2006 - La China si oppone fermamente al test nucleare della Repubblica Democratica Popolare Coreana e concorda con le sanzioni imposte dalla UN alla Corea del Nord ... continua |
Telefonata tra i presidenti cinese e americano sulla questione iraniana
3 giugno 2006 - La Cina apprezza la posizione americana sulla risoluzione del problema nucleare iraniano attraverso vie diplomatiche, ha detto il presidente Hu Jintao, durante una telefonata con il presidente americano George W. Bush, che ha avuto luogo giovedi' sera primo giugno, secondo una dichiarazione del ministero cinese degli Affari Esteri ... continua |
La Cina rifiuta le asserzioni americane circa la propria potenza militare
28 maggio 2006 - La Cina ha rifiutato giovedi' 25 maggio le critiche degli Stati Uniti secondo cui le spese militari cinesi " mancano di trasparenza", considerando tali asserzioni come prova di "una mentalita' da guerra fredda" ... continua
La Cina invierà 150 insegnanti di cinese per un programma congiunto
21 aprile 2006 - Peacereporter - La Cina manderà 150 insegnanti per insegnare il cinese nelle scuole statunitesi nei prossimi tre anni per risolvere una critica carenza di insegnanti negli Usa. L'Ufficio nazionale per l'insegnamento del cinese come seconda lingua e l'Us College board hanno firmato un accordo di cinque anni per colaborare a un'Iniziativa per la lingua e la cultura cinesi. Iniziamente 60 insegnanti statunitensi frequenteranno un corso di tre settimane a Pechino e a Shangai. Poi, in cinque anni, 600 insegnanti Usa parteciperanno al programma. E 400 educatori avranno occasione di andare in Cina durante l'estate per familiarizzare con la cultura, la lingua, le persone e il sistema educativo cinesi. |
Hu Jintao :"La Cina seguira' la via dello sviluppo pacifico"
20 aprile 2006 - Il presidente cinese
Hu Jintao, in visita negli Stati Uniti, ha dichiarato mercoledi' 19 aprile che la Cina seguira' senza intoppi la via dello sviluppo pacifico.
Hu ha fatto questa osservazione durante un discorso indirizzato a esperti e intellettuali cinesi e americani riuniti a Seattle, citta' portuale del nord-ovest, per un seminario sullo sviluppo pacifico della Cina e l'avvenire delle relazioni sino-americane.
Una conoscenza autentica della scelta cinese per uno sviluppo pacifico e' vitale per una comprensione profonda degli orientamenti del prossimo sviluppo della Cina, una persistenza negli interessi strategici comuni sino-americani e negli sforzi in vista di uno sviluppo sano e regolare delle relazioni sino-americane, ha spiegato Hu Jintao.
Il presidente cinese ha indicato che la Cina ha adottato la via dello sviluppo pacifico conformemente alla proprie circostanze nazionali, il proprio patrimonio storico e culturale cosi' come alla tendenza attuale.
"Tenendo alte le insegne delle pace, dello sviluppo e della cooperazione, aderiamo con fermezza a una politica estera indipendente di pace, seguendo la via dello sviluppo pacifico e adottiamo una strategia vincente mutualmente vantaggiosa d'apertura verso il resto del mondo" ha aggiunto.
La Cina ricerchera' non solo un ambiente internazionale pacifico per il proprio sviluppo ma promuovera' inoltre la pace mondiale attraverso il suo sviluppo ha replicato il presidente cinese.
Un paese che si sviluppa in maniera pacifica sara' una forza principale per promuovere la pace, la stabilita' e la prosperita' nella regione del Pacifico e nel mondo, ha detto Hu Jintao, sottolineando che lo sviluppo pacifico della Cina creera' uno spazio ampio per la cooperazione tra Cina e Stati Uniti e offrira' una opportunita' storica per lo sviluppo delle relazioni sino-americane.
Tenendo conto dell'attuale situazione internazionale, l'importanza delle relazioni sino-americane e' aumentata anziche' indebolirsi, i loro interessi strategici comuni sono accresciuti anziche' diminuiti, e lo spazio per la cooperazione bilaterale si e' allargato anziche' ridursi, ha aggiunto il presidente cinese.
Grazie agli sforzi congiunti delle due parti, lo sviluppo delle relazioni sino-americane ha mantenuto uno slancio stabile nel corso degli ultimi anni, a beneficio dei due paesi e dei due popoli e promuovendo la pace e lo sviluppo nella regione dell'Asia-Pacifico e nel mondo intero, ha fatto notare.
Secondo Hu Jintao l'intellighenzia dei due paesi giochera' un ruolo importante nel rafforzamento delle relazioni bilaterali.
Spera che le menti di entrambi i paesi continueranno ad apportare dei contributi allo sviluppo delle relazioni di cooperazione costruttive tra le due parti.
Hu Jintao e' arrivato a Seattle martedi' al fine di effettuare la sua prima visita di Stato agli Stati Uniti. Seattle e' la prima tappa della sua visita di quattro giorni in questo paese, visita che terminera' venerdi'.
Gli Stati Uniti costituiscono il primo paese tra i cinque che il presidente Hu Jintao visitera' prossimamente, questo tour proseguira' in Arabia Saudita, Marocco, Nigeria e Kenya.
LA CINA RIFIUTA IL RAPPORTO DEL PENTAGONO SULLA SUA “MINACCIA MILITARE”
9 febbraio 2006 - Ieri la Cina ha presentato il suo netto rifiuto nei confronti del rapporto presentato dal Pentagono, il quale dimostrerebbe “la minaccia militare della Cina” . “Il rapporto interferisce con gli affari interni della Cina attaccando, senza alcun fondamento, il normale lavoro di costruzione della difesa nazionale”, ha riferito oggi il portavoce del Ministero degli affari esteri Kong Quan in un briefing aggiungendo “non solo ma solleva anche paure infondate di una possibile minaccia militare cinese e rischia di fuorviare l’opinione pubblica e internazionale”. Secondo Kong Quan, la Cina avrebbe intrapreso da tempo il percorso verso uno sviluppo pacifico adottando una politica militare di natura puramente difensiva. “La Cina non ha mai minacciato nessun paese in passato e tanto meno lo farà in futuro”, ha sottolineato Kong. “Tra le maggiori potenze mondiali emergenti, la Cina ha il più grande potenziale per competere militarmente con gli Stati Uniti attraverso tecnologie militari distruttive che potrebbero col tempo permetterle di fronteggiare le strategie militari americane”, riferisce l’ultimo rapporto del Pentagono. Ruan Zongze, direttore dell’Istituto cinese sugli studi internazionali nonché esperto delle relazioni cino-americane, ha affermato che il suddetto rapporto criticherebbe la Cina soprattutto per la sua mancanza di trasparenza militare. “Questa critica è inaccettabile”, sostiene Ruan, “la Cina pubblica ormai da anni i white papers sulla difesa nazionale come dimostra anche l’ultimo “libro bianco”sullo sviluppo pacifico pubblicato nel dicembre del 2005.”
Ylenia Rosati
Pechino rifiuta proposta Usa di collaborazione militare
13 gennaio 2006 - (Peacereporter) La Cina ha rifiutato una proposta degli Stati Uniti di collaborazione militare. A rivelarlo sono i parlamentari Usa che il 10 gennaio hanno incontrato il ministro della Difesa cinese Cao Gangchuan a Pechino. In vista del summit del prossimo aprile tra i presidenti Hu Jintao e George Bush, che verterà sul rinforzo delle relazioni diplomatiche e sull'esplorazione di nuove aree di cooperazione tra i due stati, Pechino si è mostrata interessata a una maggiore collaborazione in campo aereospaziale ed economico, ma non in quello militare. Cina e Stati Uniti hanno interrotto i rapporti militari nel 2001, dopo la collisione tra un aereo da ricognizione americano e un jet cinese da combattimento.
Mattoni USA per la Grande Muraglia
12 gennaio 2006 - Ancora nell'occhio del ciclone per aver accettato di censurare un blogger, Microsoft subisce l'attacco di un'altra organizzazione non profit che vigila sul diritto alla libertà di stampa ... continua
Pechino: nessun cracking contro gli USA
20 dicembre 2005 - Le autorità reagiscono alle accuse dei giorni scorsi sostenendo che, anzi, le attività telematiche malevoli sono illegali nel paese ... continua
La Cina sta attaccando gli Stati Uniti
14 dicembre 2005 - (Punto Informatico) - Lo fa via Internet, di continuo e in modo sempre più serrato. A denunciarlo è uno dei maggiori esperti di sicurezza americani secondo cui dietro questi attacchi c'è senza dubbio un apparato militare ... continua
China Charity rispedisce al mittente materiale scaduto dagli Stati Uniti
12 dicembre 2005 – (cinaoggi) Secondo l'agenzia di stampa Xinhua China Charity, la più grande organizzazione caritaria cinese, manderà degli ispettori negli Stati Uniti per investigare su una donazione che includeva equipaggiamento medico scaduto e altro materiale in condizioni precarie ... continua
Prossima la visita di Bush in Cina; ci si interroga su un eventuale rilascio di prigionieri politici
23 ottobre 2005 - Finora la Cina ha adottato uno strano schema poco prima di ogni importante visita di stato, ovvero il rilascio di prigionieri politici. Questa volta, tuttavia, la Cina potrebbe decidere di non seguire la procedura in occasione della visita di stato a novembre del Presidente degli Stati Uniti Bush ... continua
La Corea del Nord rinuncia alle armi nucleari
di Paolo Tosatti
28 settembre 2005 - Clamorosa svolta nel “dialogo a sei” sugli armamenti nucleari: la Corea del Nord ha accettato di abbandonare il suo programma nucleare bellico in cambio di petrolio, energia elettrica e aiuti alimentari. L’accordo, realizzato all’inizio della scorsa settimana, mira a normalizzare i rapporti tra le potenze che compongono il tavolo del disarmo nucleare: Corea del Sud, Stati Uniti, Giappone, Russia, Cina e la stessa Corea del Nord.
Saranno queste nazioni a fornire gli aiuti promessi a Pyongyang, che avrà la possibilità di sviluppare un programma nucleare civile una volta riacquistata la fiducia della comunità internazionale.
L’intesa su quest’ultimo ha visto prevalere sull’intransigente posizione di Stati Uniti e Giappone - che sostenevano in sede negoziale la totale impossibilità di concedere alla Corea del Nord un piano di sviluppo dell’energia atomica - quella più moderata di Cina, Corea del Sud e Russia, che credono invece possibile concedere questa possibilità sotto stretti controlli internazionali.
L’accordo raggiunto è il primo risultato concreto del “dialogo a sei”, che ha visto i rappresentanti delle grandi potenze tornare a sedersi al tavolo delle trattative nel luglio scorso. In passato, ogni tentativo teso a risolvere il problema della minaccia nucleare nordcoreana era fallito, naufragando contro l’intransigenza del governo di Pyongyang.
L’ultima crisi era scoppiata nell’ottobre del 2002, quando gli USA avevano apertamente accusato la Corea del Nord di aver mantenuto in vita un programma nucleare militare in violazione degli accordi presi nel 1994 con l’amministrazione dell’allora presidente Bill Clinton. Pyongyang aveva risposto denunciando il trattato di non proliferazione nucleare e allontanando dal paese gli ispettori delle Nazioni Unite. Nel febbraio scorso la situazione si era ulteriormente aggravata, quando la Corea del Nord aveva affermato di essere già in possesso di armi nucleari.
Anche questa volta il dialogo ha rischiato di arenarsi, di fronte alla richiesta della Corea del Nord di avere un reattore nucleare ad acqua leggera. L’impasse è stata superata con dichiarazione congiunta firmata domenica scorsa da tutti i partecipanti, nella quale si afferma, secondo fonti dell'Agenzia Giornalistica Europea, che la questione “sarà discussa nelle sedi appropriate”. Nel testo è stata inserita una dichiarazione unilaterale della Corea del Nord che “riafferma il proprio diritto ad un programma nucleare pacifico e a un reattore ad acqua leggera”. La formulazione lascia intendere che questi diritti sono stati riconosciuti da tutti i firmatari del documento, almeno in via di principio.
La Corea del Nord si è inoltre impegnata a rientrare nel trattato di non proliferazione nucleare accettando le ispezioni dell’Onu, mentre gli Stati Uniti si sono impegnati a non attaccare il paese asiatico e hanno dichiarato di non avere armi nucleari schierate nella penisola coreana. La dichiarazione congiunta costituisce la cornice di un’intesa che per gradi e con verifiche periodiche potrebbe portare alla normalizzazione della situazione nel nord-est asiatico.
Interrompendo il contrasto politico-diplomatico che durava dal 1979, l’anno in cui Pyongyang cominciò a costruire il reattore a Yongbyon, l’accordo offre una concreta prospettiva di normalizzazione dei rapporti bilaterali fra le capitali della regione e di una seria programmazione di aiuti economici a una popolazione di circa 22 milioni di cittadini. Un passo decisivo verso la denuclearizzazione completa della penisola coreana, visto che, come riporta il sito del Corriere della Sera, alla promessa di Pyongyang “di abbandonare tutte le armi e i programmi nucleari esistenti” si aggiunge quella della storica rivale Seul di impedire l’installazione sul proprio territorio di qualsiasi tipologia di armamento di tale genere.
by warnews.it
Nucleare: Corea del Nord fa marcia indietro su armi
di red
20 settembre 2005 - Repentina marcia indietro della Corea del nord dopo l'accordo a sei annunciato ieri a Pechino. Pyongyang - secondo fonti del ministero degli esteri della Corea del Nord - ha posto nuove condizioni per rinunciare al programma di armi nucleari.
Quello che nell'accordo era solo un accenno alla richiesta nordcoreana, cioe' l'ottenimento di ''reattori ad acqua leggera" e' ora divenuta indispensabile, "una garanzia concreta per creare fiducia''.
Ma la richiesta e' gia' stata ripetutamente rifiutata sia dagli USA che dal Giappone, che con la Corea del Sud, la Cina e la Russia partecipano ai colloqui a sei, e il capodelegazione USA Christopher Hill aveva detto che questo punto sarebe stato discusso "a tempo debito".
L'amministrazione di George W. Bush si e' sempre opposta alla riesumazione di un accordo fra USA e Nord Corea del 1994 che prometteva al paese asiatico due reattori ad acqua leggera per produzione di energia, soprattutto da quando nel 2002 gli Stati Uniti ritennero che Pyongyang avesse ripreso i programmi di armamenti nucleari.
Il portavoce del dipartimento di Stato Sean McCormack ha commentato da New York - dove accompagnava Condoleezza Rice ad una riunione del Consiglio di sicurezza dell'ONU - le nuove richieste nordcoreane dichiarando: "questo non e' l'accordo che hanno siglato e noi daremo loro cio' che deriva dall'accordo che hanno firmato".
by www.osservatoriosullalegalita.org
USA : Rumsfeld , la Cina costituisce minaccia militare
di red
7 giugno 2005 - Donald Rumsfeld ha dichiarato ieri che la Cina costituisce una minaccia perche' ha il terzo piu' grande bilancio militare del mondo dopo gli Stati Uniti e la Russia.
Con questa dichiarazione il segretario alla difesa USA ha indurito la posizione dell'amministrazione di George W. Bush nei confronti del Paese asiatico, di cui in precedenza aveva criticato le violazioni dei diritti umani e aspetti commerciali, ma non aveva mai sfidato cosi' apertamente.
La crescita della potenza militare della Cina, secondo Rumsfeld, riguarderebbe soprattutto centinaia di missili posizionati verso Taiwan, ma anche l'investimento di enormi risorse nelle spese militari per l'importazione di armi speciali.
Funzionari cinesi hanno reagito energicamente alle dichiarazioni del capo del Pentagono, asserendo che gli Stati Uniti continuano ad investire nel settore della difesa, e quindi devono comprendere come anche altri paesi siano portati ad ampliare e rendere tecnologicamente piu' avanzata la propria strumentazione militare.
La tensione sulla questione degli armamenti nasce in un momento particolare. La Cina ha varato una legge per impedire con le armi l'indipendenza di Taiwan, sta sostenendo l'azione degli Stati Uniti verso la Corea del nord ma nel contempo e' in piena crisi con il Giappone per il cui ingresso nel nuovo Consiglio di sicurezza dell'ONU potrebbe porreil veto.
D'altra parte Pechino spera di ottenere dall'Europa la revoca dell'embargo di armi che fu stabilito come misura contro le violazioni dei diritti umani, ma Taiwan, altri Paesi e diverse organizzazioni per i diritti umani chiedono a Bruxelles di non eliminare la misura punitiva fino ad una concreta dimostrazione che la Cina ha cessato le sue violazioni.
by www.osservatoriosullalegalita.org
Gli Stati Uniti accusano la Cina di vendere
armi di distruzione di massa all'Iran
16 giugno - Fonte BBC - A pochi giorni
dal prossimo incontro fra le 6 nazioni (Cina, USA, Russia,
Nord e Sud Corea, Giappone) per risolvere la questione nord
coreana, gli Stati Uniti accusano apertamente la Cina di aver
passato tecnologie per lo sviluppo di armi nucleari all'Iran
in cambio di petrolio. Una commissione americana di controllo
sui rapporti commerciali tra Usa e Cina ha rilasciato una
dichiarazione nella quale si accusa la Cina di aver supervisionato
l'installazione di equipaggiamento per l'arricchimento di
uranio in Iran. La Cina avrebbe fatto anche da sponda alla
Nord Corea per la vendita di armi e missili, concedendo alla
dittatura comunista il diritto di utilizzare porti e ferrovie,
e di solcare lo spazio aereo cinese. La smentita da parte
del ministero degli esteri cinese, tramite la sua portavoce
Zhang Qiyue, è arrivata puntuale: Pechino si dice non
a conoscenza di questo rapporto ma che sicuramente i fatti
descritti sono irreali e non in linea con l'attuale linea
politica di Pechino.
Se l'accusa dovesse essere verificata, questo rapporto potrebbe
cambiare drasticamente i rapporti USA - Cina. La Cina, da
potente partner economico si sposterebbe in una situazione
più ambigua, difatto fiancheggiatrice dei nemici degli
americani. Di conseguenza potrebbero scattare sanzioni economiche
ed embarghi nei confronti della potenza asiatica.
La Cina avrebbe venduto testate nucleari, chimiche e componenti
per la fabbricazione di missili. I motivi di questi scambi
sarebbero da ricercarsi nella disperata necessità da
parte cinese di accedere a delle fonti energetiche, di cui
sono ricchissime molti degli stati ostili agli americani:
Iran, Libia, Iraq.
L'accusa d'altro canto è anche molto precisa nella
delineazione dei fatti incriminati: l'Iran avrebbe acquistato
dalla Cina e da altre potenze straniere materiale per la fabbricazione
di armi atomiche; una cinquantina di esperti cinesi avrebbero
supervisionato le miniere di uranio a Saghand ed esperti cinesi
e nord coreani avrebbero supervisionato l'installazione di
equipaggiamento per l'arricchimento di uranio vicino a Isfahan.
I cinesi sempre per voce di Zhang Qiyue, fanno sapere che
la politica di Pechino è decisamente ostile a qualsiasi
tipo di mercato legato alla proliferazione di armi di distruzione
di massa, e se qualunque compagnia nazionale dovesse essere
scoperta, sarebbe duramente colpita dalla magistratura cinese.
Il governo cinese
invita gli Usa a mantenere la parola data
Pechino
- 21 gennaio - Il governo di Pechino, tramite il suo ministro
degli esteri Kong Quan, ha ancora una volta invitato G.W.
Bush a mantenere la parola data sull'atteggiamento americano
che deve rimanere favorevole alla politica di una sola Cina.
Il problema si pone in quanto in questi giorni Taiwan appare
come una minaccia alla stabilità cinese, per via del
referendum sull'indipendenza, visto dalla Cina come una vera
e propria provocazione. Il presidente degli Stati Uniti in
passato si definì oppositore di un cambiamento unilaterale
dello status quo di Taipei e dell'indipendenza di Taiwan.
Cina e Usa sempre
più vicine
Pechino - 14/01 -
E' un periodo di intense relazioni politiche tra Cina e USA.
Le due potenze hanno siglato un accordo sul rafforzamento
della cooperazione nei settori della non proliferazione nucleare,
della sicurezza e della lotta contro il terrorismo. Zhang
Huazhi, presidente dell'Autorita' cinese per l'Energia atomica
e Spencer Abraham, ministro degli Esteri americano, hanno
firmato un documento in linea con l'Agenzia internazionale
per l'Energia atomica (Aiea) sulla non proliferazione nucleare,
e segue di pochi giorni, l'apertura della Corea del Nord del
sito nucleare di Yongbyon agli ispettori americani. Ancora
nulla si sa dell'ispezione degli americani all'impianto coreano.
Nessuna nota ancora è stata rilasciata dagli ispettori
o dal governo del regime comunista. Il ministro degli Esteri
cinese Kong Quan, durante una conferenza stampa tenutasi a
Pechino, ha fatto sapere di avere invitato tramite Liang Guanglie,
generale dell'Esercito Popolare di Liberazione, il generale
Richard Myers, presidente della commissione congiunta dei
capi di stato maggiore Usa. Sarà un incontro ad alto
livello su argomenti prettamente militari. Queste notizie
sembrerebbero essere degli importanti passi in avanti per
un'ulteriore avvicinamento dei due giganti.
Colloqui multilaterali a 6 forse tra il
17 e il 19 dicembre
SEUL - 23 novembre - Il quotidiano Yonhap
News oggi annuncia che la Corea del Sud prevede che tra il
17 e il 19 dicembre riprenderanno a Pechino i colloqui per
disinnescare il pericolo nucleare che rappresenta il regime
comunista di Pyongyang. Alti esponenti del governo nord coreano
sembra abbiano reagito positivamente al piano.
Nord Corea possibilista sull'abbandono
del programma di armamento nucleare
17 novembre - Nuovi spiragli sembrano aprirsi
per una soluzione pacifica della crisi nord coreana. Il governo
di Pyongyang difatti oggi ha rilasciato una dichiarazione
tramite il suo ministro degli esteri, in cui dice di essere
pronto ad abbandonare i propri progetti di armamento nucleare
se gli Stati Uniti faranno cadere la linea ostile dell'attuale
dirigenza americana. La proposta in realtà non è
nuova essendo praticamente la stessa fatta dai nord coreani
in occasione dei precedenti colloqui a sei tenutisi in agosto
e finiti in un fallimento. Nel frattempo James Kelly, sottosegretario
di stato statunitense per gli affari asiatici, ha cominciato
oggi una missione esplorativi per organizzare un'altra serie
di colloqui a sei (Giappone, Nord Corea, Usa, Cina, Sud Corea,
Russia) per la soluzione della crisi.
Irritazione cinese per contatti Taiwan
- USA
5 novembre 03 - Il governo cinese non ha
visto di buon occhio la stretta di mano tra il presidente
taiwanese Chen Shui Bian e il segretario di stato americano
Colin Powell a Panama, dove erano impegnati in una visita
ufficiale. Pechino ha dimostrato la sua irritazione verso
questo gesto, ribadendo la propria ferma opposizione a qualsivoglia
forma di contatto tra l'isola "traditrice" cinese
e Washington, che invece fino ad oggi ha sempre visto in Taiwan
un'importante punto strategico per controllare da vicino il
gigante asiatico.
Delegazione cinese in visita in Corea
Del Nord
24 ottobre 03 - Una delegazione
capeggiata dall presidente del parlamento cinese Wu Bangguo
si rechera' in visita ufficiale in Corea del nord per discutere
sulla crisi nucleare nordcoreana. Fonti sudcoreane lasciano
intravvedere la possibilità che i colloqui tra le più
alte autorità cinesi e coreane portino Pyongyang a
nuovi negoziati multilaterali a sei (Corea Nord, Usa, Cina,
Corea sud, Giappone e Russia) per la soluzione della crisi.
Fallimento dei colloqui a 6 di Pechino
31 agosto - Pechino - I colloqui
tenutisi a Pechino tra il 26 e il 29 agosto sembrerebbero
essere stati un fallimento. Sembrava esserci uno spiraglio
per una risoluzione della crisi coreana, almeno stando a quanto
ha lasciato trapelare l’agenzia ufficiale cinese Xinhua
(Nuova Cina). La Corea del Nord difatti si sarebbe impegnata
a non costruire armi atomiche e a consentire ispezioni internazionali
in cambio di un trattato di non-aggressione con gli Usa e
di aiuti economici. Questa proposta comunque sarebbe stata
rifiutata dal governo americano portando un esponente non
meglio identificato del governo coreano ad annunciare un rafforzamento
nucleare del suo paese in funzione difensiva anti-americana
e a definire colloqui di questo tipo inutili, nonostante le
diplomazie dei 6 paesi abbiano già preso accordi preliminari
per fissare un nuovo incontro.
Al via i colloqui a 6 per la questione
coreana
13 agosto - Cominceranno il 26 agosto a
Pechino i colloqui tra le 6 nazioni impegnate nella soluzione
della questione nord coreana dopo che il regime comunista
di Pyongyang ha deciso di riprendere il programma nucleare,
visto in maniera molto preoccupante da tutta la comunità
internazionale, in particolare dai paesi confinanti storicamente
più vicini agli Usa, come la Corea del Sud e il Giappone,
ma anche dalla stessa Cina, da sempre molto vicina alla Corea
del Nord che considera il regime totalitario di Kim Jong una
mina vagante per la stabilità del settore. ll vice
segretario di Stato americano, Richard Armitage, ha fatto
sapere che ai colloqui non parteciperà John Bolton,
sottosegretario di Stato per il controllo degli armamenti
e la sicurezza internazionale americana. Il motivo del suo
allontanamento è da ricercarsi nelle sue ultime dichiarazioni
spiccatamente anti- nord coreane, nelle quali affermava che
la vita nello stato asiatico è un "incubo infernale".
12 agosto - Tra il 21 e il 31 agosto si terrà
a Pechino il vertice sulla Corea del Nord che vedrà Cina,
Stati Uniti, Russia, Giappone e le due Coree impegnati nella
discussione della crisi coreana.
31 luglio - Pechino - Il presidente cinese
Hu Jintao mercoledì ha avuto una conversazione telefonica
con George W. Bush. Secondo il presidente americano le relazioni
cino- statunitensi stanno procedendo nella giusta direzione,
augururandosi anche che le collaborazioni fra le due nazioni
possano aumentare. I due leader si sono anche scambiati alcune
opinioni sul problema nord coreano.
Dopo l’incontro fra il leader nord
coreano Kim Jong II e il ministro degli esteri cinese svoltosi
recentemente a Pyongyang, la Cina si propone ufficialmente ancora
una volta come importante interlocutore per risolvere la spinosa
questione sul nucleare e la Corea del Nord. Cinque stati parteciperanno
al tavolo dei negoziati: Corea del Nord e del Sud, Stati Uniti,
i grandi accusatori, la Cina e il Giappone, che sente fortemente
la minaccia nord coreana.
12 anni fa la Cina diede uranio all’Iran
10 giugno - Gholam Reza Aqazadeh, responsabile dell'Organizzazione
per l'energia atomica dell'Iran ha confermato che nel 1991 la
Cina ha consegnato 1.800 chilogrammi di uranio (1000 di exafluoruro
ed 800 di uranio UF4) all'Iran, il quale ne ha usato solo una
parte nel settore della ricerca.
Tecnologie di missili all'Iran?
Pechino - 23 maggio - Secondo un'inchiesta degli USA, l’impresa
“North China Industries Corporation (NORINCO)” ha
fornito delle tecnologie di missili all'Iran, ma una controinchiesta,
fatta dal governo cinese, afferma che questa società
in questione non ha mai fornito aiuto all'Iran. La Cina, offesa,
ribadisce di applicare severamente ed efficacemente la legge
che regola le esportazioni di tecnologie legate ai missili.
Soluzione per Corea del Nord
Pechino - 2 maggio - Roh Moo-Hyun e Hu Jitao,
presidenti di Corea del Sud e Cina si sono accordati telefonicamente
per trovare una soluzione pacifica sul programma nucleare nord-coreano.
Il presidente Roh ha apprezzato il ruolo della Cina ed il contributo
apportato alle discussioni della scorsa settimana tra Corea
del Nord, Cina ed USA. Proprio pochi giorni fa il ministero
degli esteri della Corea del Nord, Pyongyang, ha affermato indirettamente
in pubblico, che il loro Paese è stato costretto a dotarsi
di deterrente per difendersi dalla politica di una superpotenza
come gli USA.
Qual’è la verità?
Pechino - 29 aprile - Il portavoce del ministero degli
esteri cinese, Liu Jianchao, ha dichiarato che la Corea del
nord non ha mai ammesso di avere l'arma atomica. Invece le fonti
americane dei colloqui tripartiti svoltisi la settimana scorsa
a Pechino, affermano che la Corea del nord avrebbe riconosciuto
di possedere la bomba atomica.
La Corea del nord ha il nucleare
Pechino - 27 aprile - Ri Gun, portavoce nord coreano al vertice
di Pechino che vede coinvolti USA, Nord Corea e Cina, ha annunciato
che il suo paese è in possesso della bomba nucleare.
La risposta di Colin Powell è stata piuttosto eloquente,
dichiarando che gli Stati Uniti non si fanno intimidire dalle
minacce della repubblica comunista e che gli Usa non escludono
alcuna opzione per la risoluzione del problema, compreso l'uso
della forza. Le speranze americane di una soluzione pacifica
del problema sembrerebbero per ora frustrarsi contro la tenacia
del regime di Pyonyang. Obiettivo primario è quello
di impedire alla Corea del Nord di diventare una potenza nucleare.